Madre Raffaelina Borruto - La Medaglia di Gesù Salvatore dell'Uomo
Sito per la divulgazione della Medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo, rivelata nel 1978 a Madre Raffaelina di Gesù Bambino da Gesù e Maria, che vi annetterono promesse per chi la porta e la diffonde.
Madre Raffaelina di Gesù Bambino (1904-2007), al secolo Celestina Borruto, per più di 60 anni Madre Superiora delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret dell’Istituto San Filippo Neri di Benevento, fondatrice del Santuario di Gesù Bambino di Praga di Benevento, è stata tra i maggiori promotori del culto di Gesù Bambino di Praga nel mondo. Instancabile nel suo servizio all’Orfanotrofio da lei diretto, mistica, avvolta da fama di santità già in vita, quotidianamente visitata da numerosi pellegrini in cerca di una sua preghiera, ha più volte ricevuto apparizioni da Gesù e Maria, che, tra l’altro, le rivelarono una Medaglia miracolosa -la Medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo- annettendovi promesse per coloro che l’avrebbero portata e diffusa.
Primi anni (1904-1924)
Vocazione e consacrazione (1924-1926)
Il trasferimento a Benevento e la statuetta del Bambinello (1926-1946)
La costruzione del culto di Gesù Bambino di Praga (1946-1988)
Ultimi anni (1988-2007)
I. Primi anni (1904-1924)
10 novembre 1904: nasce a Cittanova (Reggio Calabria) da Raffaele Borruto e Teresa Anile. Alla nascita il papà esclama profeticamente: “Questa bambina è nata per guardare il cielo. La chiameremo perciò Celestina!”.
1910: il padre Raffaele muore a 33 anni per un’ulcera allo stomaco.
1915: muore la madre Teresa. Celestina con i fratelli e la sorella si ritirano a Rizziconi (Reggio Calabria) presso il nonno materno, l’unico insegnante del paese.
II. Vocazione e consacrazione (1924-1926)
21 dicembre 1924: nonostante molti giovani del paese aspirino alla sua mano, entra nella comunità delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida di Thouret presso l’istituto “Regina Coeli” di Napoli.
19 marzo 1926: al Regina Coeli viene consacrata Suora della Carità. Prende il nome di suor Raffaelina in omaggio al papà e all’Arcangelo al quale è molto devota.
III. Il trasferimento a Benevento e la statuetta del Bambinello (1926-1946)
4 aprile 1926: giunge a Benevento per prestare servizio presso l’Orfanotrofio femminile annesso alla chiesa di San Filippo Neri.
1926: pochi giorni dopo trova in una nicchia dell’Istituto una statuina in ceramica del Bambinello con la testa staccata. È amore a prima vista: chiede alla Superiora di poterla tenere sempre con sé, pur non sapendo che raffiguri Gesù Bambino di Praga. “Che se ne fa? Non vede che ha il collo rotto?” le risponde sorridendo la Superiora francese Suor Silvestrina Albìn. Suor Raffaelina ribatte che l’aggiusterà reincollando la testina. Porta sempre con sé la statuina, anche in aula: ogni mattina con la bambine recita attorno ad essa tre Gloria Patri.
12 settembre 1943: le suore e le orfanelle abbandonano la città di Benevento e attraversano 12 km a piedi per giungere nel paese di San Leucio del Sannio nella necessità di sfuggire ai bombardamenti americani che erano iniziati il 20 agosto.
18 settembre 1943: Suor Raffaelina insieme a quattro consorelle scendono a Benevento nella prima mattinata per recuperare ciò che serve. Il suo compito è prendere Gesù Sacramentato: poco dopo aver aperto la porticina del tabernacolo, ecco arrivare gli aerei, il sibilo delle bombe sganciate e vicine e fortissime esplosioni. Il panico la porta a fuggire, ma nell’attraversare il corridoio che porta dalla chiesa alla portineria, viene bloccata da una forza arcana. Torna dunque a prendere le ostie e raggiunge le consorelle. “Che facciamo? Dove andiamo?” domandano le sorelle. Suor Raffaelina risponde: “Sorelle, corriamo nel giardino, all’aperto. Se dovremo morire troveranno le nostre spoglie e ci daranno sepoltura. Se restiamo all’interno, resteremo sotto le macerie e non ci troveranno più!”. Ma i boati finiscono: sono salve, insieme alle ostie consacrate. In fretta e furia tornano nel paese.
21 settembre 1943: sotto i bombardamenti americani crolla parte dell’Istituto.
1 novembre 1943: con l’occupazione della città da parte degli Alleati, le suore tornano a Benevento. Per giorni Suor Raffaelina cerca con affanno la statuina del Bambinello senza successo. Non la troverà mai più.
IV. La costruzione del culto di Gesù Bambino di Praga (1946-1988)
1946: viene eletta Superiora dell’Istituto San Filippo Neri di Benevento.
25 maggio 1947: si reca a Napoli per comprare una nuova statua che riproduca quella perduta -stavolta grande per la venerazione in chiesa- dallo scultore Antonio Lebro, che dopo alcune ricerche le comunica che si tratta di Gesù Bambino di Praga.
27 novembre 1947: le viene presentato il progetto della statua. Madre Raffaelina, davanti alla prospettazione di un costo apparentemente proibitivo, dice con fede all’artista: “Fatela. Fatela bella. Penserà Gesù Bambino al pagamento!”
25 maggio 1950: la statua giunge finalmente a Benevento e, accompagnata da una piccola folla, viene benedetta dal padre francescano Serafino Frascone e collocata in una cappella laterale. In poco tempo attorno al Santo Bambino di Praga si moltiplicano folle di devoti, prodigi e grazie ricevute, fin in America: presto le offerte permettono di completare il pagamento della statua.
1950: conosce Padre Pio da Pietrelcina, che le dice guardandola dritta negli occhi con il naso che tocca il suo: “Il Signore ti ha scelta per una grande missione. Tu devi portare nel mondo la luce e l’amore del Bambino Gesù”. Lei è gracile e già malata di cuore da alcuni anni: “Ma quale malata!” -continua Padre Pio- “Ma quale malata! Tu farai grandi cose!”.
29 aprile 1952: il Cardinale Adeodato Piazza, giunge in visita nella chiesa di San Filippo Neri e vede la statua: “Oh!” -esclamò- “Avete qui il Bambino di Praga? Brave, l’avete indovinato. Ovunque si onora sono prodigi.” E suggerisce: “Perché non fate l’Associazione?”
1952: su suggerimento della consorella Suor Michelina Bonetti e ottenuto il permesso dell’Arcivescovo di Benevento Mons. Agostino Mancinelli, Madre Raffaelina decide di iniziare ad organizzare i lavori per collocare la statua di Gesù Bambino di Praga sull’altare maggiore della chiesa.
25 luglio 1952: pochi giorni prima dell’inaugurazione della nuova disposizione, un fulmine colpisce la croce e la cupola della chiesa. La cupola si incendia rapidamente, ma suore e orfanelle rimangono miracolosamente illese. La chiesa, fortemente danneggiata, viene chiusa. Il prezzo per ripararla è molto alto e vengono negati i fondi pubblici. Davanti allo sconforto di Madre Raffaelina, una gran folla di benefattori contribuisce personalmente. Lo stesso Papa Pio XII si mobilita con una cospicua somma.
25 gennaio 1953: finalmente riapre la chiesa, con il trono ancora vuoto, in attesa del Santo Bambino.
8 febbraio 1953: solenne cerimonia di intronizzazione della statua di Gesù Bambino di praga sull’altare maggiore della chiesa.
28 maggio 1955: ottenute le lettere testimoniali dell’Arcivescovo Mancinelli, Madre Raffaelina invia la supplica al Preposto Generale dei Frati Carmelitani Scalzi di Roma per poter ottenere l’erezione della Pia Unione del S. Bambino di Praga nella chiesa di S. Filippo Neri e l’aggregazione della stessa a quella centrale di Roma.
5 giugno 1955: viene rilasciato a Madre Raffaelina dal Preposito Generale dei Frati Carmelitani Scalzi il diploma di erezione e di aggregazione della Sezione Beneventana della Pia Unione del S. Bambino di Praga.
28 luglio 1955: Madre Raffaelina scrive a Padre Pio da Pietrelcina per avere un consiglio su un desiderio che la pervade da anni: far erigere fuori dalla chiesa un monumento a Gesù Bambino, che fosse di conforto ai passanti. Il 20 dicembre San Pio risponde: “Lo faccia, lo faccia”.
5 giugno 1958: fonda il Corpo degli Araldi del Bambino Gesù di Praga, formato da 25 bambini dell’Asilo di S. Filippo che vestono come divisa un vestitino rosso che ricorda quello del Bambinello di Praga.
22 dicembre 1968: dopo un triduo in onore di Gesù Bambino nella Cattedrale di Benevento con il quale Madre Raffaelina ha fatto chiamare a raccolta tutti i parroci dell’Arcidiocesi, la statua esterna del Bambinello arriva in processione a San Filippo. Davanti ad una gran folla, l’Arcivescovo Mons. Raffaele Calabria benedice la nuova scultura in bronzo voluta dalla Madre Superiora su consiglio di Padre Pio da Pietrelcina, posta sopra una colonna fuori dalla chiesa. Nell’occasione giunge anche la Benedizione Apostolica di Sua Santità Paolo VI.
Anni ’60 e ’70: si stringono i legami tra la comunità guidata da Madre Raffaelina e la Chiesa cecoslovacca perseguitata ed oppressa dal regime comunista. A San Filippo si tengono periodicamente incontri e pellegrinaggi che vedono la presenza di eminenti rappresentanti della cosiddetta “Chiesa del Silenzio”. Con l’occasione, centinaia di libri sacri vengono fatti passare di nascosto ai cittadini cattolici cecoslovacchi per la diffusione clandestina in patria. Radio Vaticana afferma in questo periodo: “Il Santo Bambino che ora non può parlare a Praga, parla a Benevento”.
14 maggio 1975: la statua di Gesù Bambino di Praga fatta realizzare da Madre Raffaelina nel 1950 viene portata nella Basilica di San Pietro ed è benedetta da Sua Santità Paolo VI.
V. Ultimi anni (1988-2007)
Dicembre 1988: la nobildonna Guglielmina Guasco, benefattrice e Madrina del Santuario di Gesù Bambino, visita Madre Raffaelina insieme a sua figlia Adelina Lepore per chiedere preghiere per l’imminente parto di quest’ultima. In un momento di astrazione dalla discussione e dalla realtà terrena, la suora esclama: “Sarà una donna eccezionale!”. Interrogata su come faccia a conoscere il sesso del nascituro, che non è ancora trapelato, Madre Raffaelina dice di non sapere cosa abbia detto e di non ricordarlo. Il 20 dicembre nascerà Carlotta Nobile (1988-2013), violinista, storica dell’Arte, scrittrice e blogger morta di cancro a 24 anni, la cui storia di coraggio e fede farà il giro del mondo al punto da venir dichiarata “Giovane Testimone” del Sinodo dei Vescovi 2018. Per Carlotta la Madre nutrirà fino alla propria morte un affetto speciale testimoniato in diverse lettere.
21 novembre 1991: l’Arcivescovo Mons. Carlo Minchiatti emana il Decreto di Solenne Proclamazione della Chiesa di S. Filippo Neri in Benevento a Santuario Diocesano per il culto in onore di Gesù Bambino di Praga.
Anni ’90 e ‘2000: la sua fama di santità è ormai al culmine: folle di pellegrini raggiungono periodicamente da ogni dove il Santuario per incrociare lo sguardo della gracile suora, costretta sulla sedia a rotelle soltanto a partire dai 99 anni, sempre lucidissima e circondata dalle cure delle consorelle. Dal Santuario partono in tutto il mondo sempre più medagliette di Gesù Salvatore dell’Uomo, anche sotto forma di coroncine.
25 giugno 2007: la sua guida spirituale, Don Pasquale Maria Mainolfi, accompagna presso di lei l’Arcivescovo di Rossano Calabro Mons. Santo Marcianò ed un gruppo di fedeli provenienti dalla Calabria. La suora confida a Don Pasquale: “Tra breve tu scriverai per me”. Il 30 giugno telefona per l’ultima volta al sacerdote: “Attendo il colpo d’ala. Ti guarderò dal Cielo”.
3 luglio 2007: intorno alle cinque del mattino, Madre Raffaelina raggiunge Gesù Bambino, l’amore della sua lunga, sofferta e ricchissima vita. Dopo le solenni e affollatissime esequie celebrate dall’Arcivescovo Mons. Andrea Mugione il giorno 6 nella Basilica della Madonna delle Grazie, le spoglie della suora vengono tumulate nella cappella delle Suore di Carità nel Cimitero Comunale di Benevento.
Il 4 novembre 2003 aveva scritto il suo testamento spirituale, intitolato Il mio ultimo canto:
“Fratelli tutti, sorelle, giovani, fanciulli, fanciulle che siete in contatto con me, io vivo con voi, respiro con voi all'ombra del vostro cielo dal 1926. Ascoltatemi. Amate Dio, Padre tenerissimo, che vuole tutti salvi. Fratelli tutti aprite gli occhi, pensate che siete oggetto di grande benevolenza da parte del Padre dei Cieli. Non perdete tempo! Dio vi chiama, vi chiama per nome. Non attendete che l'ora sia troppo tarda! Ascoltatemi. Ho dedicato la vita per il Regno dell'Amore. Fratelli credetemi, Dio ci sta chiamando, ci chiama, ci vuole tutti salvi. Io lascio a Benevento la mia lunga povera vita crocifissa col Crocifisso della Salvezza. Io dico a tutti arrivederci, io sorvolerò i cieli, raggiungerò l'Amore di Dio che mi conduce e dona a me grande Amore e tanta Luce. Vedete, resta a voi la più grande, la più sublime ‘eredità’, resta a voi l’amorosa cura del mio Bambino. Guardatelo tutti, sia sorgente di Gioia per tutti, sorgente di Pace, sorgente di grandissimo Amore, non compreso ancora. Arrivederci in Cielo".
Fonti bibliografiche e fotografiche:
Gramignazzi Serrone, V. (1993)Il glorioso cammino del S. Bambino di Praga a Benevento, Genova, B. N. Marconi Arti Grafiche
Gangale, L. (2004)Donne nel Sannio, Napoli, Alfredo Guida Editore
Mainolfi, P.M. (2007)Nata per guardare il cielo - Madre Raffaelina di Gesù Bambino, Benevento, Santuario Gesù Bambino di Praga